Questo nuovo lavoro, composto quasi interamente da brani originali, è un ritratto a 360° della sfaccettata personalita di Greta ̀ e del suo virtuoso percorso artistico, che da sempre va oltre la definizione di genere e di stile.
Una dichiarata apertura a infinite possibilità interpretative: dalla ballad voce e chitarra, al brazilian contemporaneo, alla dedica a Bowie con una personalissima versione di "Life on Mars" nata durante uno dei suoi live negli studi di LA7, all'improvvisazione free e psichedelica di "Don't Know", allo swing di "Oppure no" e "Non ci giurerei", al jazz moderno della titletrack di ispirazione shorteriana.
La miscellanea di generi musicali diversi, come in un collage, permette di cambiare la texture di un brano e la percezione che si ha di esso risulta diversa dalla sua sostanza: è quindi possibile vestire di pop improvvisazioni d'avanguardia, fondere suoni acustici, analogici e digitali, giocare tra tradizione e innovazione.
"Mi sono sempre definita una cantante di jazz... ma non proprio. Improvviso, ma non faccio scat. Mi piace il soul e l'R&B ma non faccio melismi. Mi piace la melodia ma non sono una cantante pop.
Chi sono allora? Sono quello che suono. Canto quello che mi piace, come mi piace. Lascio libera la mia voce senza cercare di incastrarla in uno stile. Gli stili li "studio" ma mi si "sgretolano" addosso."
Quest'album viene reso unico e incalzante dalla grande varietà di musicisti che, tra Italia e Stati Uniti, hanno collaborato alla sua realizzazione: dai tre testi scritti rispettivamente da Claudio "Greg" Gregori, Piji Siciliani e Jennie Booth, ai brasiliani Itaiguara Brandao e Mauricio Zottarelli che hanno a lungo collaborato con Greta durante il suo periodo newyorkese, a Francesco Diodati coinvolto in un duo voce e chitarra, all'impronta jazz dei sassofonisti Max Ionata, Alfondo Deidda e Cristiano Arcelli.
Uno dei singoli del disco, "Oppure no", è il frutto dell'incontro in RAI tra Greta e Claudio Gregori, in arte "Greg", invitato sia come special guest che come autore del testo italiano di "How would I know" scritta a quattro mani da Andrea Sammartino e Greta. Il risultato è un brano esplosivo, ritmato, inevitabilmente divertente e ironico: la scrittura di Greg e la sua duplice interpretazione vocale hanno dato un nuovo accento alla raffinatezza dell'arrangiamento e al virtuosismo vocale di Greta, particolarmente accattivante in questo frizzante duetto.
"Don't know" è uno dei brani che più rappresenta il concetto di "sgretolamento" di Greta, ma soprattutto il suo innato eclettismo musicale. E' in questa canzone che prendono voce tutte le sue personalità artistiche, soprattutto dal punto di vista strettamente vocale, con tessiture melodiche parallele che viaggiano su "mondi" musicali diversi, dal mainstream alla sperimentazione.
SHATTERED/SGRETOLATA